La vera storia del cioccolato
Chiacchierata per una chìcchera di cioccolata nella Firenze del
'600

di Learco Nencetti
Anche se è difficile stabilire oggi
quale sapore avesse il Cioccolatte di allora, proviamo a
immaginarlo "insieme" al FAVOLOSO Francesco Redi (Arezzo 1626 -
Pisa 1698) che, nel suo "Bacco" del 1685, dove in novecentottanta
versi celebra la gloria del vino (nonostante lui fosse
astemio...), a pagina 29 delle sue annotazioni al ditirambo,
soggiunge:
...La Corte di Spagna fu la prima in Europa a ricever tal' uso. E
veramente in Ispagna vi si manipola il Cioccolatte di tutta
perfezione; ma alla perfezione Spagnuola è stato a' nostri tempi
nella Corte di Toscana aggiunto un non sol che di più squisita
gentilezza, per la novità degl'Ingredienti Europei, essendosi
trovato il modo d'introdurvi
le scorze fresche de' Cedrati,
e de' Limoncelli,
e l'odore gentilissimo del Gelsomino,
che
mescolato
con la Cannella,
con le Vainiglie,
con l'Ambra,
e col Muschio
fa un sentire stupendo a coloro,
che del Cioccolatte si dilettano.
Del resto in
nostra lingua l'uso ha introdotte le voci Cioccolatte, Cioccolate,
Cioccolata, e Cioccolato derivante dal nome Indiano. Uno de'
primi, che portassero in Europa le notizie del Cioccolatte fu
Francesco di Antonio Carletti Fiorentino...
E poi, anche lui - come noi -, non potendo resistere al fascino
della Cioccolata, nonostante che biasimandola gli avesse tributato
soltanto il centosettantaseiesimo verso
Non fia già , che il Cioccolatte
, nelle 12 pagine di annotazioni, all'undicesima pagina ammette:
"... Ed acciocchè si conosca chiaramente, che è stato uno Scherzo,
se nel Ditirambo ho biasimato il Cioccolatte, soggiugnerò alcuni
Versi Latini ...".
Redi conosceva molto bene anche il Padre gesuita Tommaso Strozzi —
Tanto è vero che a pag. 33 delle sue annotazioni lo cita così:
"La maniera di manipolare il Cioccolatte in pasta, e di ridurlo
poscia in foggia di una bevanda ogni qualvolta, che voglia
prendersi, fu gentilmente descritta con nobiltà, e proprietà di
Versi Latini, come per uno scherzo, dal Padre Tommaso Strozzi
Napolitano gran Teologo, e Predicatore insigne della Compagnia di
Gesù. Spero di far cosa grata a' Lettori col portare in queste
Annotazioni quella galantissima Poesia conceduta cortesemente alle
mie preghiere dall'Autore medesimo."
e segue per oltre 5 pagine tutto in latino_..
L'eufemo batio tra gli arcadi Francesco Arisi, nel verso del
frontespizio del suo grazioso trattenimento diritambico sul
Cioccolato (anno 1736) dedica al famosissimo (allora_) Padre
gesuita Tommaso Strozzi le interessanti, curiose e FAVOLOSE
parole:
"Non dedignantis stomachi torporibus ulla Blandior Ambrosia est."
(P. Tho. Strozzi S.J. de Choccolata)
che "volgarmente" io traduco così:
"Nessuna più piacevole Ambrosia disdegna i torpóri dello
stomaco."
(Padre Tommaso Strozzi gesuita di Cioccolata)
Se qualcuno
crede che la frase non sia stata tradotta correttamente, e questo
può essere, può provarci lui a tradurla...
|