La storia del cioccolato
Cacao toscano del 1600 di Francesco Redi
In una ricetta del Seicento si
legge:
"Prendi cacao abbronzato e ripulito,
e stritolato grossamente libbre 10. Gelsomini freschi sufficienti
da mescolare con detto cacao, facendo strato sopra strato in una
scatola, o altro arnese, e si lasciano stare 24 ore e poi si
levano e se ne torna a mettere altrettanti in esso cacao, facendo
strato sopra strato come prima e così ogni 24 ore si mettono
gelsomini freschi per dieci o dodici volte. Poi piglia zucchero
bianco buono asciutto libbre 8. Vainiglia perfetta once III,
cannella perfetta once VI. Ambra grigia scrupoli II (1 scrupolo
equivale ad 1 grammo) e secondo l'arte si fa la cioccolata;
avvertendo, nel fabbricarla, che la pietra sia poco calda; ma che
l'artefice la lavori e che non passi quattro o cinque libbre per
massa; perchè se scaldasse troppo la pietra, perderebbe la
cioccolata il suo odore".
Francesco Redi.
Ricetta, divulgata dopo la sua morte, inviata al grande
naturalista e medico Antonio Vallisnieri (1661 - 1730),
cattedratico di medicina pratica all'Università di Padova, in "Il
brodo indiano" di Piero Camporesi.
Francesco
Redi e il cioccolato del 1600
Origini
che si perdono tra i miti
La
storia del cioccolato dal 1500 ai giorni nostri
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